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La mietitrebbia è una macchina operatrice semovente (in quanto dotata di propulsore proprio) che consente di effettuare l’operazione di mietitura e allo stesso tempo di trebbiatura. Essa nasce dall’evoluzione delle macchine primordiali quali mietilega e trebbia che negli anni hanno consentito di agevolare notevolmente le dispendiose e faticose operazioni della raccolta.

Schematicamente la mietitrebbia può essere suddivisa in tre settori, i cui componenti vanno a costituire l’apparato di taglio o sfalcio;  apparato di sgranatura; apparato di pulizia.

 

L’apparato di “taglio” è rappresentato dalla testata o barra, composta da una lama a sezioni che scorre con moto rettilineo alternativo all’interno di denti paralama (2),

ed ha la funzione di tagliare materialmente la plantula, permettendone tramite l’aspo (1) e il rullo convogliatore (3), l’ingresso in elevatore (4), il quale non è altro che una sorta di nastro trasportatore fatto con spranghe e catene, con la funzione di trasportare la massa vegetale all’apparato “trebbiante”.

L’apparato trebbiante è rappresentato dal battitore (6) e dal controbattitore o griglia (7). Il battitore è un rotore dotato di spranghe e masse inerziali, gira sul proprio asse con moto circolare, con il quale comprime la biomassa contro la griglia, posta inferiormente ad esso con un angolo di avvolgimento di 105-120°, ad una distanza variabile da 0.5 fino a 3-4 cm, a seconda della tipologia e caratteristica del prodotto.

Con tale operazione avviene la sgranatura ed una prima separazione della paglia grossolana, inviata agli scuotipaglia (8), i quali avendo una tipica conformazione a gradoni e muovendosi con moto alternativo sussultorio ad opera di un asse eccentrico, permettono l’espulsione della stessa ed il recupero di eventuale granella rimastavi intrappolata all’interno.

La granella e parte della pula, attraverso i fori del controbattitore (fisso) arriva sul piano calettato (9), che muovendosi con moto rettilineo alternativo la accompagna al primo piano crivellante (11) anch’esso dotato di moto alternativo ed investito da una corrente d’aria necessaria all’allontanamento della pula e delle paglie fini, generata dal ventilatore (10). Quest’operazione si ripete su un secondo piano crivellante (12) posto inferiormente al primo, ma con angolazione diversa, in modo da migliorarne la pulizia.

 

Dopo di chè, la granella attraverso una coclea di trasporto arriva direttamente al cassone di raccolta (16), oppure come avviene su alcuni tipi di macchine entra in un nuovo sistema di pulizia chiamato seconda ventilazione, apparato costituito da un brillature, un sistema di vagli ed un ventilatore, tutto al fine di migliorarne ulteriormente la pulizia.

Gran parte degli apparati interni sono regolabili nel loro funzionamento (velocità di rotazione del battitore, distanza e angolatura tra battitore e controbattitore, intensità del vento, velocità di vibrazione dei vagli) e molte parti risultano intercambiabili (controbattitore e vagli) e disponibili in diverse forme e fatture, a seconda della coltura da trebbiare.

La trasmissione di moto ai vari organi, avviene principalmente tramite sistemi di pulegge e cinghie trapezioidali, mentre la conversione dei moti da rettilinei alternativi a circolari e viceversa, avviene per mezzo di comuni sistemi biella-manovella.

La trasmissione della macchine in generale, e di tipo idrostatica con cambio meccanico, nel senso che vi è una pompa idraulica che alimenta un motore idraulico che a sua volta gira sul cambio.

Questo fa in modo da poter avere una trasmissione continuamente variabile consentendo di cambiare la velocità di avanzamento e senso di marcia della macchina, mantenendo costante i giri del motore e quelli degli apparati trebbianti, evitando così eventuali anomalie nella separazione e pulizia del prodotto.

Importante per le zone di collina è il sistema di autolivellamento che alcuni modelli hanno, un sistema che permette di spingersi in punti con forti pendenze, mantenendo la macchina e gli apparati trebbianti sempre in condizioni di piano, mentre i 2 assi e la barra di taglio, seguono l’andamento del terreno.

 

 

La mietitrebbia in possesso dell’azienda è una LAVERDA 1740 AL, macchina autolivellante dotata di gruppo seconda ventilazione e brillatore.

     

 

 

Caratteristiche tecniche mietitrebbia 1740 AL

Livellamento

 

 

Pendenza max. trasersale

%

40

Pendenza max. salita

%

30

Pendenza max. discesa

%

10

Piattaforma di taglio

 

 

Lunghezza di taglio

mt.

4,8

Compensazione del carico al suolo

 

oleopneumatica

Battitore

 

 

Diametro e larghezza

cm.

60

Larghezza

cm.

108

Controbattitore

 

 

numero di spranghe

 

12

Angolo di avvolgimento

mt.

106°

Registrazione indipendente anteriore e posteriore

 

standard

superfice di sgranatura

mm.

0,67

Scuotipaglia

 

 

Numero di scuotipaglia / gradini

 

4/4

Superfice di separazione

mq.

5,5

Cassone crivellante

 

 

Superfice crivellante totale 1° + 2° pulizia

mq.

4,52

tipo di ventilatore

mq.

radiale

Regime di ventilatore 

g/min.

300 - 1000

Serbatoio cereali

 

 

Capacità

l.

3700

Brandeggio del tubo di scarico

 

standard

Motore

 

 

Potenza lorda ISO TR 14396

KW/CV

125/170

Capacità del serbatoio carburante

l.

260

Trasmissione

 

 

Tipo

 

idrostatica

N.marce

 

2 + 2

Freni

 

A disco

Pneumatici

 

 

anteriori

 

620/75 R26

Posteriori

 

12,5 - 18

Dimensioni e pesi

 

 

Altezza

mt.

4,07

Larghezza senza piattaforma di taglio altezza

mt.

3,95

Lunghezza senza piattaforma di taglio altezza

mt.

7,76

Peso, senza piattaforma e trinciapaglia

Kg

9.200

 

 

 


 

 

 

 

 


 

 

La mietitrebbia
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